Bus a guida autonoma: Uno sguardo ad un futuro autonomo
In tutto il mondo si assiste all'introduzione di veicoli autonomi nei sistemi del trasporto pubblico. Cosa possiamo aspettarci nel futuro del trasporto pubblico?
Dai più grandi scrittori di fantascienza come Asimov alle rappresentazioni più semplici come Astro Boy, avevamo già in mente il concetto futuristico di veicoli senza conducente che ci trasportassero da una parte all’altra in città.
Ma certo, a quei tempi l'idea sembrava un lontano immaginario.
Negli ultimi anni, tuttavia, il ritmo dei progressi tecnologici, in particolare quello dell'intelligenza artificiale (IA), aumenta ad una velocità incredibile.
Un ritmo che, secondo alcuni esperti, finirà per superare la necessità del controllo da parte degli esseri umani e inizierà a trasformare la società.
Stiamo parlando della cosiddetta singolarità tecnologica (oppure singularity), ovvero il punto o evento preciso in cui l’intelligenza artificiale supera l’intelligenza di quella umana.
Infatti, dalle agenzie di marketing alla ricerca linguistica, vediamo già come l'IA stia rapidamente plasmando il futuro di alcune aree del nostro mondo.
Allora, se interpretiamo questa idea in modo positivo, o se possiamo solo paragonarla a Matrix, il fatto è che non possiamo nascondere e far finta che non stia accadendo anche nel mondo del trasporto — che è stato spesso trascurato in questo dibattito.
Se l'IA dovesse trasformare rapidamente le nostre città, il trasporto ed l’infrastruttura sarebbero indubbiamente influenzati da tali trasformazioni.
E con il crescente numero di veicoli autonomi sulle nostre strade, potremmo porci la domanda:
Ci stiamo puntando verso una singolarità del trasporto pubblico?
O questa idea è, come sempre, semplicemente una finzione?
In questo articolo, Sengerio esplora i vantaggi ed i limiti degli autobus autonomi e cosa significa la loro introduzione per il trasporto pubblico e i sistemi di mobilità nel loro complesso.
— Ma prima, ripercorriamo la storia dei veicoli autonomi per aiutarci a capire cosa li rende così affascinanti!
L’evoluzione dei veicoli autonomi: sotto il cofano
General Motors allestì l'esposizione per mostrare la sua visione del mondo “tra 20 anni”, e questa visione includeva un sistema di autostrade automatizzato che avrebbe guidato le auto autonomamente.
Norman Bel Geddes, l'architetto e designer statunitense, ha presentato la prima auto a guida autonoma, un veicolo elettrico guidato da campi elettromagnetici radiocontrollati generati da punte metalliche magnetizzate inserite nella carreggiata.
Nel 1958, General Motors trasformò questo concetto in realtà.
L'estremità anteriore dell'auto era dotata di sensori chiamati bobine di raccolta che potevano rilevare la corrente che scorreva attraverso un filo incorporato nella strada.
La corrente poteva essere manipolata per far muovere il volante a sinistra o a destra.
Qualche decennio dopo, nel 1977, i giapponesi svilupparono un sistema di telecamere che forniva dati a un computer per elaborare le immagini stradali.
Tuttavia, questo veicolo aveva un limite di velocità di 20 miglia orarie (circa 32 Km/h).
I tedeschi migliorarono i risultati con il loro VaMoRs, che aveva capacità di guida autonoma e poteva viaggiare fino a 56 miglia orarie (circa 90 Km/h).
Con i progressi tecnologici, i veicoli a guida autonoma sono diventati più veloci e accurati nella percezione e risposta all'ambiente circostante.
Al giorno d'oggi, i veicoli autonomi sono dotati di tecnologie avanzate come sensori, telecamere, radar e sistemi GPS, che consentono loro di percepire e adattarsi all'ambiente circostante.
Questa tecnologia consente al veicolo di prendere decisioni, controllare i propri movimenti e navigare su strade, autostrade e incroci senza l'intervento umano.
Per funzionare, i veicoli autonomi utilizzano una combinazione di sistemi hardware e software.
I componenti hardware comprendono telecamere, sensori LIDAR, radar e sistemi GPS, utilizzati per raccogliere informazioni sull'ambiente circostante al veicolo.
Questi dati vengono poi elaborati da algoritmi software che utilizzano tecniche di machine learning, computer vision e intelligenza artificiale per prendere decisioni sul movimento e sul comportamento del veicolo.
Diversi stati hanno già emanato leggi per regolamentare l'uso dei veicoli autonomi in previsione della loro adozione su larga scala. Nel 2022, è stata introdotta a Torino la prima flotta autonoma (realizzata dall’azienda francese, Navya) in Italia su un normale percorso di linea cittadino e con passeggeri a bordo.
Il futuro della mobilità è autonomo e accessibile da un’app
Sicuramente molti di voi leggendo questo articolo si sono chiesti:
Come sarà il mondo con i veicoli autonomi sulle nostre strade?
E cosa ci riserva il futuro dei sistemi di trasporto?
Queste domande sono molto interessanti e incuriosiscono persone di ogni età.
La risposta, tuttavia, potrebbe non essere così "lontana" come si potrebbe supporre.
In un precedente articolo di Sengerio abbiamo analizzato l'evoluzione del Mobility-as-a-Service, ovvero la Maas, e come sia in grado di integrare tutte le opzioni di mobilità disponibili per fornire soluzioni ottimizzate ai suoi utenti con l’uso di un’app.
Ciò significa che per gli utenti, MaaS rimodella il modo in cui accedono alla mobilità consentendo la pianificazione, prenotazione e pagamento dei propri servizi utilizzando una combinazione generica di soluzioni.
Per dirlo in breve, MaaS crea una vasta rete di network di mobilità, includendo anche soluzioni di primo/ultimo miglio, fornendo la connessione capillare necessaria per supportare un’ampia varietà di modelli di mobilità così che siano pratici, facili da usare e senza attriti.
L'aggiunta degli autobus autonomi nell’ecosistema già esistente rappresenterà un enorme progresso per le reti di mobilità e per la MaaS. Addirittura, stiamo entrando nella fase della AMaaS — ovvero, Autonomous Mobility as a Service.
Quest’anno abbiamo già visto la promettente partnership tra gli esperti del settore automobilistico, ZF, con la sua rete di navette elettriche senza conducente, e gli specialisti della rete di mobilità condivisa americana, Beep.
ZF è in procinto di svelare i suoi enormi progressi con la produzione di navette autonome di livello 4 che possono trasportare fino a 22 passeggeri e saranno in grado di operare 24 ore su 24, se necessario, su percorsi prestabiliti e non.
Queste navette saranno pianificate e gestite da Beep per offrire i propri servizi ai passeggeri da comunità pubbliche e private.
In Europa, il gruppo francese del trasporto pubblico Transdev continua a sviluppare soluzioni per supportare gli operatori del trasporto nella gestione di veicoli autonomi all'interno delle loro reti.
Nel 2022, l'azienda ha iniziato la sua partnership con i fornitori di MaaS, Mobileye, e i produttori di AV, Lohr, per espandere la rete di trasporto pubblico utilizzando soluzioni autonome.
I test su strada sono stati completati l’anno scorso e quest'anno si prevede l'introduzione dei primi servizi commerciali della partnership.
Insomma, questi tipi di partnership stanno modellando il futuro del trasporto autonomo condiviso.
Possiamo aspettarci che nel prossimo futuro, la relazione tra operatori della mobilità e fornitori di veicoli autonomi diventerà ancora più comune.
Alla luce di questi progressi, possiamo sperare che, allargando le nostre reti di mobilità, possiamo rendere il trasporto pubblico più accessibile ed efficiente per tutti.
Soluzioni futuristiche
Oltre ad ampliare le opzioni di mobilità, l'introduzione degli autobus autonomi sulle nostre strade dovrebbe portare altri cambiamenti positivi per le aree urbane, gli operatori, le aziende di trasporto, e soprattutto, i viaggiatori.
Flotte all'avanguardia, che utilizzano i risultati tecnologici di decenni di ricerca, consentiranno agli operatori di massimizzare le loro risorse per aiutare le aziende di trasporto.
A sua volta, possiamo aspettarci che le soluzioni più moderne diano priorità alla riduzione dell'impronta di carbonio dei trasporti e migliorino l'esperienza complessiva dei passeggeri.
Diamo un'occhiata più da vicino per capire meglio come possiamo beneficiare di queste nuove tecnologie.
Grazie all’IA, gli autobus autonomi possono comunicare tra loro e con altri veicoli, creando una rete di veicoli connessi che lavorano insieme per ottimizzare la gestione del traffico.
Questi veicoli sono dotati di sistemi di navigazione avanzati e sensori di traffico che aiutano a ottimizzare il flusso del traffico, riducendo la congestione e migliorando la mobilità complessiva.
Inoltre, le flotte autonome possono anche ottimizzare i loro modelli di guida e la velocità per ridurre il consumo di carburante e le emissioni, risultando in una forma di trasporto più sostenibile ed ecologica.
Di conseguenza, la gestione del traffico è molto più semplice per gli operatori e le aziende di trasporto, che possono rendere i loro servizi più ecologici (grazie alla riduzione del traffico ed emissioni), più efficienti dal punto di vista del consumo di energia, e più puntuali.
Ma i vantaggi non si fermano qui — ci sono numerosi modi in cui gli operatori e le aziende di trasporto possono ridurre i costi e la sicurezza. Un esempio è l’integrazione dell’IA per prevenire i guasti agli autobus.
La startup Preteckt si focalizza sulla manutenzione per aumentare la disponibilità delle flotte e sicurezza.
L’uso dell’IA scopre eventuali irregolarità valutando contestualmente tutti i dati — come esempio l’analisi del movimento, la temperatura esterna, ed anche l’affollamento dell’autobus.
Gli autobus autonomi possono migliorare la sicurezza stradale grazie all'impiego di numerose telecamere, radar, software di mappatura e LiDAR all'interno e intorno al veicolo.
Secondo un recente studio dell'Università del Texas, la tecnologia completamente autonoma potrebbe ridurre del 40% le spese complessive causate dagli incidenti.
Il miglioramento della sicurezza degli autobus diminuisce i costi operativi grazie alla riduzione delle spese assicurative e degli incidenti, oltre agli effetti qualitativi che una maggiore sicurezza può offrire.
In generale, le maggiori caratteristiche di sicurezza degli autobus autonomi rendono le strade più sicure, contribuendo a ridurre il numero di incidenti.
Ma non solo!
La diffusione degli autobus autonomi rappresenta un grande passo avanti verso gli obiettivi per rendere il trasporto e la mobilità più green.
I vantaggi per gli operatori e le aziende di trasporto vanno di pari passo con la più ampia portata degli obiettivi di sostenibilità.
Con la riduzione delle emissioni, del consumo di carburante e il miglioramento del flusso generale di traffico, questi veicoli contribuiscono a rendere le città più sostenibili ed ecologiche.
3. Accessibilità: un trasporto per tutti
L'aggiunta delle flotte autonome nel mondo della mobilità è un potente strumento per influenzare il paradigma con cui le persone scelgono di viaggiare.
Questo è perché l’attuazione dei veicoli autonomi non è limitata ai servizi tradizionali del trasporto pubblico.
Ovvero, hanno addirittura il potenziale per ‘ricucire’ le falle esistenti nella rete del trasporto e della mobilità, oltre ad offrire soluzioni più efficienti agli utenti.
Queste ‘buche’ sono tipicamente aree geografiche non incluse nella rete del trasporto principale.
Di conseguenza, gli utenti che si trovano fuori da questo ‘nucleo’ spesso si affidano ai propri veicoli (se possono permetterselo!) per raggiungere il luogo in cui devono andare — insomma, questo impone molte limitazioni agli utenti a seconda del loro status socio-economico e demografico.
In questi casi, gli operatori cercano di integrare i loro servizi con l’uso del trasporto a chiamata, il cosiddetto paratransit, per rendere più accessibile agli utenti fuori dal nucleo del trasporto a spostarsi. Nel 2023, molti di questi servizi saranno offerti con l’utilizzo di veicoli autonomi grazie alla loro tecnologia avanzata e all’ottimizzazione del servizio.
Giusto per approfondire — quali sono le tipologie di servizi che riguardano le flotte autonome?
Ecco alcune esempi:
Primo e ultimo miglio
Per collegare aree remote a stazioni di trasporto più grandi (aeroporti, stazioni ferroviarie) oppure, più generalmente, al sistema di trasporto.
Trasporto sanitario non urgente
Ci sono dei veicoli autonomi già in circolazione che permettono un accesso facile anche agli utenti che necessitano una sedia a rotelle.
May Mobility è già noto in questo campo.
La startup del Michigan si concentra su soluzioni per il primo e ultimo miglio offrendo servizi Ride-Hailing.
Per saperne di più, consigliamo di leggere questo articolo.
Trasporto ‘pop-up’
Ovvero, aumentare la flessibilità dell’implementazione dei servizi nei casi in cui è necessario trasportare grandi gruppi di persone in un breve periodo di tempo (nei contesti come grandi eventi o evacuazioni).
Oltre al trasporto passeggeri, abbiamo già visto aziende come Nuro e Udelv entrare nel mondo dei servizi di consegna, e con il ritmo con cui i veicoli autonomi vengono introdotti nelle nostre vite, è molto probabile che quest’anno inizieremo a vedere altre forme di veicoli senza conducente.
Limiti e sfide per il futuro del trasporto autonomo
Come per tutte le nuove tecnologie, il trasporto autonomo non è privo di ostacoli e limitazioni.
In primo luogo, una sfida più evidente che la società deve affrontare è la questione della sostituzione dei posti di lavoro e carriere con alternative robotiche.
Molte professioni, come l’autista di autobus, il tassista, il camionista, potrebbero diventare obsolete con l'avvento dei veicoli autonomi.
Anche se potrebbero nascere nuovi posti di lavoro per supportare lo sviluppo e la manutenzione delle auto a guida autonoma, la transizione potrebbe essere difficile per coloro i quali guidano veicoli per lavoro.
Il ruolo dell'autista ha sempre comportato una maggiore responsabilità nei confronti dei passeggeri, oltre alla semplice guida di un vettore da un punto A ad un punto B; un ruolo con cui nessuna alternativa autonoma è ancora in grado di competere.
Ad esempio, un autobus autonomo potrebbe mai funzionare nel settore del trasporto turistico?
Se così fosse, perderemmo sicuramente una componente importante, ovvero il ruolo dell’autista, che svolge un ruolo fondamentale in questa tipologia di viaggio.
In un recente articolo di Sengerio, abbiamo delineato l'importante ruolo che svolge un autista.
Potete leggerlo qui.
In secondo luogo, la nuova tecnologia non è priva di difetti.
Nonostante gli anni di ricerca e sperimentazione, le aziende che fabbricano gli autobus autonomi devono stare all’erta da eventuali malfunzionamenti dei sistemi di sicurezza.
Se il software o l'hardware di un vettore si guasta, i passeggeri a bordo potrebbero trovarsi in una situazione di pericolo maggiore rispetto alla guida manuale.
Inoltre, sebbene le auto automatizzate possano essere più efficienti e sicure, potrebbero non eliminare tutti i rischi associati alla guida, soprattutto in situazioni come condizioni meteorologiche estreme o ostacoli imprevisti.
Oltre a questo, dobbiamo anche considerare l’importanza della cybersecurity.
Dato che i veicoli automatizzati comunicano tra loro attraverso una rete condivisa, diventano vulnerabili agli attacchi informatici, che potrebbero causare il blocco del traffico oltre a gravi incidenti.
Con il crescente numero di dispositivi connessi ad internet, il rischio di attacchi informatici non fa che aumentare e la sicurezza dei veicoli autonomi deve essere affrontata prima che si diffondano sulle strade.
Infine, dato che abbiamo a che fare con l’intelligenza artificiale, è necessario evocare il vecchio dilemma filosofico, ovvero il dilemma del carrello (in questo caso, il dilemma del bus):
Se un autobus autonomo dovesse scegliere tra investire un pedone o tre, quale opzione sceglierebbe?
E su quali basi giunge alla sua conclusione?
Non esiste una risposta chiara a questi dilemmi morali.
A dir poco, programmare un veicolo autonomo per prendere la decisione etica migliore nel giro di pochi istanti è un compito arduo.
Incuriosisce veramente come le soluzioni autonome utilizzino tecnologie all'avanguardia per giocare un ruolo cruciale nel trasporto per renderlo più accessibile agli utenti e offrire un modo di viaggiare più ecologico.
In questo articolo abbiamo visto alcuni esempi di integrazione delle soluzioni autonome nella più ampia rete di mobilità (con i servizi AMaaS) e i diversi vantaggi che le flotte autonome potrebbero apportare alle strade.
Di sicuro, sarà molto interessante vedere quali nuovi tipi di partnership nasceranno tra produttori e operatori per offrire nuovi tipi di soluzioni creative e flessibili ai problemi del trasporto.
D'altra parte, però, abbiamo anche sottolineato alcuni dei numerosi limiti e delle sfide che questa nuova tecnologia pone, ad esempio le possibili conseguenze economiche a causa della sostituzione di un ruolo che normalmente si occuperebbe un essere umano e la rassicurazione che questa tecnologia è affidabile.
È fondamentale che i regolatori e le autorità lavorino insieme con le aziende di trasporto per assicurare che l'introduzione dei veicoli autonomi garantisca agli utenti la soluzione più sicura ed efficiente.
Vogliamo evitare di mettere sulle strade altri veicoli che non fanno altro che aggravare i problemi esistenti, ma offrire invece una soluzione chiara e oggettiva per ottimizzare il nostro modo di viaggiare.
Detto questo, non c'è dubbio che la visione di avere veicoli completamente autonomi o che ogni veicolo sulla strada è a guida libera, divida l'opinione generale per diversi motivi.
Per quanto allettante, l’immagine di vivere con un trasporto pubblico completamente autonomo sembra ancora alquanto inverosimile.
E non solo, questa isteria fantascientifica potrebbe addirittura impedirci di vedere un futuro chiaro su come le soluzioni autonome possano realmente migliorare una rete di trasporto pubblico.
Se continuiamo a mettere al primo posto gli interessi di chi ha davvero bisogno di un trasporto affidabile, stiamo davvero assistendo alla vera forza della tecnologia quando viene sfruttata nelle mani giuste.
Allora siamo veramente di fronte alla singolarità del trasporto pubblico?
Probabilmente no (per il momento).
ABOUT SCOTT FRANKLAND
Scott Frankland è Head of Content. La sua determinazione e passione aiutano a connettere Sengerio con il mondo! Si è laureato all’università di Nottingham, Regno Unito, e i suoi interessi sono scrivere, fare sport e viaggiare.
ABOUT EDOARDO ZACCARIA
Edoardo è il Customer Success Manager di Sengerio e un appassionato di arrampicata. Le sue capacità interpersonali e la sua abilità nel costruire relazioni solide sono state preziose per aiutare i clienti a ottenere il massimo dalla piattaforma Sengerio.